Dottore Carlo Zilberstein
Alla ricerca ed alla conquista del tempo
Il dottore Carlo Zilberstain nella sua relazione ha dibattuto del tempo, il tempo
visto come unità di misura utilizzato durante le giornate e il tempo visto sotto
l'aspetto filosofico. Secondo Platone, il tempo è la copia imperfetta, l'immmagine mobile
dell'eternità". In precedenza Eraclito aveva affermato che il tempo è come
un fiume la cui acqua scorre, ed eveidentemente la stessa acqua non può bagnarci.
due volte. Parmenide invece sosteneva che il tempo fosse soltanto un'apparenza generata in maniera
illusoria dei nostri sensi.
Il primo orologio nasce con lo gnomone, esso è costituto da un asta verticale che potrà essere
in seguito una colonna od un obelisco addirittura: l'ombre proiettata al suolo darà cognizione
dell'ora. Successivamente nacque l'esigenza di misurare il tempo anche nelle ore notturne
o quando il sole non splende e così nacque la clessidra, oroglogio ad acqua.
I romani perfezionarono le clessidre che addirittura furono utilizzate durante i dibattiti forensi.
Solo agli inizi del XIV secolo comparirà l'orologio a sabbia che si continuerà impropriamente
a chiamare clessidra.
Per risalire ad un invezione meccanica bisogna riportarsi nel tempo all'epoca medievale, la nuova macchina
del tempo produce invece l'evento stesso, poi lo misura. Il nuovo dispositivo entra nell'uso del trecento e anche
se nei 5 secoli successivi i perfezionamenti tecnici saranno continui, pressocchè immutati rimangono i principi
fondamentali del suo funzionamento.
La macchiona consta di una forza motrice: si tratta all'inizio di gravi sospesi ad una catena avvolta attorno ad un
asse, di un motore: costitutio da un sistema di ingranaggi che trasmettono l'energia gravitazionale dei pesi verso le lancette
ed infine un dispositivo regolatore, lo scappamento, che trasforma il moto ritante e continuo del motore in
impulso intermittente.
La tecnologia di cui disponeva l'artigianato medioevale non consentiva certamente la costruzione di orologi
di piccole dimensioni, cosicchè i primi orologi monumentali, si installarono nei campanili delle chiese e delle
torri cittadini a scandire con il suono di campane l'ora pubblica che in contrasto con la giornata
naturale del contadino regolamenta la giornata artificiale del cittadino, l'inizio e la fine del lavoro, la
pausa dei passi, la chiusura delle porte della città.
Nel XV secolo le dimensioni dell'orologio cominciano a ridursi e nascono i primi orologi da appartamento
mentre l'invenzione di una nuova forza motrice che consente l'eliminazione del peso ne riduce ulteriormente
l'ingombro. Essa è costituita da una molla a spirale che con la carica viene avvolta e compressa
in un bariletto, la sua tendenza a svolgersi metterà in rotazione il treno di ruote dell'orologio.
I primi orologi portatili nascono alla fine del XV secolo ed il possesso costituirà vanto dei
principi italiani e francesi e dà inizio a quella collaborazione con gli orologiai di artisti orafi, incisori e
smaltatori che faranno dello strumento orologio un autentico oggetto d'arte, status symbol per i fortunati che lo
possedevano ed oggetto della ricerca dei collezionisti delle generazioni future.
Da questo momento in poi si entra nell'ormai età moderna dell'orologeria e l'orologio avrebbe gradualmente cessato di
essere solo prezioso appannaggio di pochi privilegiati per diventare irrinunciabile strumento di ognuno di noi, grazie ad esso
sempre di più padrone del tempo ed anche, forse, della propria vita. Agli inizi del secolo iniziava a diffondersi l'orologio
da polso mentre nei primi anni '30 compariva l'orologio a caricamento automatico. L'orologeria sembrava essere
ormai vicina all'asintoto. Purtuttavia l'era dell'elettronica bussava prepotentemente alle porta: essa avrebbe completamente
rivoluzionato il mondo dell'orologeria e stabilito nella misurazione del tempo, degli standard di precisione sin lì
assolutamente inimmaginabili. Non vi tedierò con particolari squisitamente tecnici, ma devo ricordare l'orologio al
quarzo, realizzato grazie alla scoperta della piezoelettricità dovuta ai fratelli Curie, ed ora al polso dei più:
la sua precisione si misura in millisecondi, mentre la precisione degli orologi atomici al cesio è computata
in nanosecondi addirittura ogni nanosecondo costituisca la miliardesima parte del secondo.
E pensare che i primi orologia assicuravano una precisione del 5% ossia uno scarto di circa un'ora al giorno.
Quali i risvolti pratici di questa nuova straordinaria precisione?
Ai nostri giorni l'esigenza di una misura assolutamente rigorosa del tempo è condizione irrinunciabile dello
sviluppo della nostra civiltà.
Nelle discipline sportive circa cinquant'anni fa ci si accontentava di contatori che dessero i tempi ad 1/5 di secondo
oggi si registrano i tempi ad 1/1000 di secondo o meno.
>D'altra parte la scienza aereonautica ed aereospaziale richiede misurazioni di straordinaria precisione, il
cronometraggio di un raggio laser inviato sulla Luna ha consentito di misurare dalla Terra differenze di livello
sul suolo lunare di pochi centimentri.
Analogo è il funzionamento del radar, dell'Ecoscandaglio e di tutte le apparecchiature che funzionano emettendo
onde di ricerca di cui cronometrano i tempi di ritorno.
Newton affermò l'esistenza di un tempo assoluto, che scorre in modo uniforme ed è indispensabile da qualsiasi
oggetti o forma naturale; questa concezioni (insieme a quella di spazio assoluto euclideo) prevale in campo scientifico
fino all'inizio del nostro secolo.
Essa è d'altrone ben recepivile da noi i a livello razionale ed anche, dire, a livello di percezioni sensoriali e di
ritmo biologici.
Con Einstein però, si produce un autentico capovolgimento di questa concezione: egli rifiutò l'idea di tempo
assoluto e propose una definizione non per il tempo ma per la simulteneità di due eventi.
Su tale concetto fondò la teoria della relatività, nella quale il tempo viene intimamente connesso e fuso con
lo spazio, in un sistema fisico-matematico non più tri ma quadrimensionale.
Secondo la teoria della realitività il tempo si contrae a velocità prossime a quella della luce, pertanto i tempi
segnati da due orologi uno considerato immobile, l'altro in movimento rapidissimo rispetto al primo non sono identici:
gli intervalli di tempo misurati dall'uno appariranno dilatati rispetto all'altro.
Ricorderete l'esempio elaborato dal fisico francese Paul Langevin secondo cui l'equipaggio di un'astronave che viaggia
alla velocità della luce troverebbe al suo rientro ad attenderlo i propri pronipoti.
Sono concetti dall'ardua comprensione, ma nuovi concetti quali l'ipotesi di velocità takioniche, note a civiltà di
galassie lontane, ci fà addirittura intuire la possibilità dell'annullamento del tempo e dello spazio.
E fla percezione dei nostri sensi, la contemporaneità di quanto vediamo? Illusione anch'essa?
Gli astri che vediamo brillare in cielo che l'uomo ha considerato per millenni compagni del proprio destino
terreno ci fanno pervenire il loro messaggio luminoso a distanza di migliaia di anni luce, crediamo vederli adesso
e sono forse spenti da millenni.
Ma se tutto questo non basta, l'Istituto Tecnologico di Pasadena, in California, postula - nell'ambito di nuove ipotesi
sulla propagazione della luce nel vuoto - la possibilità di un salto indietro nel tempo. I viaggi nel tempo
sono forse alle porte. Ed allora? Della classica definizione del tempo data da Aristotele, secondo cui esso medierebbe una prima e
un dopo - ma esiste un prima? Esiste un dopo? Esiste un oggi?
Della classica definizione di Aristotele cosa rimane? Forse un unico ... mentre?
L'evoluzione della scienza e del pensiero forse privano l'uomo moderno di ogni certezza.
D'altronde l'implicito raffronto tra il batter di ciglia della nostra esperienza terrena ed i tempi infiniti dell'Universo
ci pongo con sgomento dinanzi al mistero incombente dell'eternità.
Lasciamo la parola a Van Loon:
"Lassu a settentrione, in un paese che si chiama Svithjod, c'è un macigno, alto cento chilometri e largo
altrettanto. Ogni mille anni, un uccellino va ad affilarsi il becco contro la sua cresta.
Quando il macigno, così è consumato, sarà raso al suolo, allora sarà tramontato un sol giorno di
eternità". Vorrei quindi, tornare a misura d'uomo e lasciarvi con la profonda serenità, commista di poesia che permea le
parole del Libro , il Lbro per eccellenza che ci accomuna tutti.
"Tutto ha il suo momento e ogni cosa ha la sua ora sotto il Sole. Tempo di nascere e tempo di morire....
Tempo di piangere e tempo di ridere....
Tempo di odiare e tempo di amare".
Vorrei allora esprimere a chi legge queste righe, l'augurio sincero che il Suo ed il nostro tempo sia
costantemente quello della serenità e della gioia.